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Nuovo invito a un attraversamento della musica per aspera ad astra, "Fogli multicolori" raccoglie una vasta scelta degli articoli che nel corso di questi ultimi anni sono andati depositandosi sulle pagine di un quotidiano. Schönberg, Strauss, Schumann, Stockhausen, Mahler, Debussy, Monteverdi, Stravinskij, Bartók, Janâcek, Ives, Ligeti: sono solo alcuni dei luoghi musicali su cui l'occhio e l'orecchio assoluto di Bortolotto di volta in volta si soffermano. È un percorso sinuoso, che non sembra muovere da idee generali o preesistenti, l'occasione può essere un evento inatteso, un'esecuzione memorabile, un ricordo ma si delinea via via, con suprema sprezzatura, in virtù di concatenazioni, rimandi, risonanze. Qui più che altrove il lettore avrà anche il piacere di trovare rapidi e irresistibili ritratti: Händel "gigante di stile e di noia", Ravel "bambino dei sortilegi", de Falla "musicista per grazia celeste", Henze "samurai borghese". Su tutti l'immagine del giovane Prokof'ev, "avido di brutalità", "dalla faccia allegra, leggermente ottusa, di tennista", e il sorriso derisorio del piccolo Poulenc, dalla mozartianità splendente: "le sue proporzioni erano quelle di una nocciola o di una ghianda, l'animo quello di una midinette (col tempo di una maîtresse), ma è arcinoto che una ghianda autentica la vince su una quercia di cartone".